Technique et Langage: Leroi-Gourhan, Heidegger, Garroni
Pubblichiamo il testo dell’intervento di Martino Feyles al convegno internazionale Philosophie italienne des Techniques, organizzato dall’Université Paris 1 Panthéon – Sorbonne e dall’Istituto Italiano di Cultura a Parigi (Paris, 22-23 octobre, Amphithéâtre du Centre Broca).
ABSTRACT
Benché non si possa definire Emilio Garroni un “filosofo della tecnica”, il suo contributo in questo campo è notevole. Nel suo pensiero si può trovare un’articolazione originale e per molti versi inedita dell’antico nesso tra arte e tecnica. Per far emergere la specificità di questo contributo, prenderò le mosse da due autori molto noti in Francia, Heidegger e Leroi-Gourhan. Il collegamento tra questi autori così diversi è motivato da due ordini ragioni. Da una parte in Heidegger e in Leroi-Gourhan troviamo due paradigmi della tecnica che rimangono imprescindibili: credo che, ancora oggi, qualsiasi filosofia della tecnica debba situarsi in rapporto a questi due paradigmi. Dall’altra parte mi sembra vi sia, su alcune questioni particolari, un’inattesa convergenza. Benché i punti di vista di Heidegger e Leroi-Gourhan siano radicalmente differenti, mi sembra che sia possibile individuare nella domanda circa il rapporto tra tecnica e linguaggio un punto di incontro tra una certa ontologia e una certa paleontologia. Ma è precisamente a questa domanda che Emilio Garroni tenta di rispondere, dando il suo contributo più originale.
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